Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale…

La famiglia finlandese

Residente a Siracusa

Dopo poco più di un mese

Dell’ Italia è assai delusa

“Siam venuti a soggiornare

Specialmente per il clima

Ma ci tocca constatare

Che si stava meglio prima!

Vede, noi in questa stagione

Ci copriamo sopra e sotto

Con mutande di muflone

E con l’orso per cappotto

Ma seppur col freddo intenso

Ma seppur con l’aria mesta,

Nonostante il buio denso

Ogni giorno è un dì di festa

Per la nostra figliolanza,

Che saltella e capriola,

Corre, salta, vola e danza,

Tutto questo... stando a scuola.

Mentre i vostri ragazzini

Inchiodati al loro banco

Sopra ai libri stanno chini,

Quelli nostri vanno in branco

E fra corse e piroette

Pausa, break, ricreazione

Con amici ed amichette

Fanno pure la lezione.”

“Son stupito, lo confesso”

Esclamò un cefaludese

“Nell’apprendere il successo

Della scuola finlandese!

Ci dev’essere un segreto

Nella finnica istruzione:

Un incanto, un amuleto

Forse... l’alimentazione?

Poi, guardando nel tramonto,

Un picciotto e una fanciulla,

Volle mettere a confronto

Mimmo, Salvo, Mika, Ulla.

In Sicilia ed in Lapponia

La mattina vanno a scuola

Nando, Mena, Lars e Sonja

E studiando il tempo vola!

Ecco, è già l’ ora di pranzo:

Cosa avranno da mangiare?

Petri ha l’alce, Rosa il manzo

Mentre Pippo, a quanto pare,

Ingerisce con mestizia

Il panino alla frittata

Heidi invece si delizia

Con la renna affumicata

Pane e acciughe, un arancino

Ha Nicuzza nella sacca

Mentre un finnico bambino

Mangia karjalanpiirakka.

Il picciotto per merenda

Nello zaino porta un succo

Però il vauva, non sorprenda,

Si trangugia il kalakukko.

Oltre al cibo, poi, si pensi

Quanto mal può fare il sole

Che qui ottunde i cinque sensi

Di concerto con le scuole.

Si ritrovan gli studenti

Sotto il triste, azzurro cielo

Mentre i lapponi, contenti,

Stanno al buio, al freddo e al gelo.

“Ora anch’io dico la mia”

Qui conclude il siciliano:

“Se volete andare via,

Vi darò pure una mano.

Noi restiam nel Belpaese

Con la pizza e la lasagna

Gli spaghetti e la caprese

Voi... ma andatevene in Spagna!”

(Bilinda, diecigennaioduemilaventitre)

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